Steven Holl riesce a creare nella piccola Cappella di Sant'ignazio un capolavoro di modulazione dello spazio offrendo anche a Sant'Ignazio di Loyola e alla fede cattolica un nuovo punto di riferimento. La reinvenzione del linguaggio architettonico è stato fondamentale nella definizione formale di questa cappella. Si dice che gli occhi di Sant'Ignazio fossero sempre velati dalle lacrime. La luce naturale all'interno della chiesa è come attutita come in un richiamo al personaggio. L'architettura sacra è libera, e può concentrarsi nell'atto poetico della messa in scena della luce e delle superfici. L'intero progetto è stato concepito come "sette contenitori di luce in un contenitore di pietra", in cui ciascun vaso luminoso corrisponde ad una sfaccettatura del culto cattolico. La meditazione e la contemplazione richiedono un'immagine che sia un'intuizione, una presentazione scenografica di elementi codificati che siano simbolo e delle credenze e dei rituali dei fedeli, e di quelle dei laici. Un programma Barocco - lontano nel tempo e nello spazio - ha trovato un vaso che lo conservi in questo progetto e la reinvenzione del linguaggio architettonico diventa paragonabile all'invenzione lingistica degli Esercizi Spirituali di Sant'Ignazio da Loyolanei quali si riscontra un allontanamento dagli illusionismi formali e la ricerca di unasemplicità formale.
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